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Economia sostenibile preservando l’ambiente

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L’ecosostenibilità è uno stile di vita

Oggi si fa un gran parlare di ecosostenibilità in fatto di ambiente, sviluppo e società. Che sia un dovere etico risulta scontato, ma il vero significato del termine non è ancora noto a tutti. A riguardo, infatti, esistono ancora molte incertezze e dubbi, nonché pareri confusi ed opinioni discordanti.

Per i dizionari italiani più importanti, l’ecosostenibilità è sinonimo di ecocompatibilità. Ciò che ecosostenibile e/o ecocompatibile opera a tutela dell’ambiente, per cui non intacca negativamente l’ecosistema circostante. In riferimento a un prodotto, ad esempio, significherebbe che la produzione e la realizzazione dello stesso non hanno avuto alcun impatto dannoso dal punto di vista ecologico.
Forse nella teoria tutti abbiamo ben chiaro cosa sia l’ecosostenibilità ma nella pratica è evidente che in molti ostentino ogni progresso verso la medesima, sebbene basterebbe veramente poco per mobilitarsi verso un mondo che preservi l’ambiente.
Ognuno di noi dovrebbe:

  • agire secondo i principi etici e morali finalizzati al rispetto della natura
  • impedire qualunque opera che possa nuocere danno all’ambiente
  • elaborare meccanismi di vita quotidiani che conducano verso l’ecosostenibilità a mezzo di piccoli gesti e scelte sensate di ogni giorno

Non dovrebbe essere una sfida imposta ma un atteggiamento intrinseco a ciascuno di noi. Una politica di pensiero che ci accomuni e ci accompagni dall’infanzia fino alla vecchiaia, in ogni momento della nostra vita. Una filosofia esistenziale da trasmettere ai posteri insieme ad un ambiente più salubre e pulito in modo tale da rendersi partecipi alla vivibilità futura del pianeta per le generazioni che verranno.

C’era una volta l’economia sostenibile

Se pensiamo che l’umanità viene da anni ed anni di economia sostenibile, fatta di elementi naturali in ogni ambito, di autosostentamento a mezzo dei prodotti offerti dalla terra e di assoluto rispetto per l’ambiente, come abbiamo fatto a ridurre l’ecosistema in queste condizioni?

Si sa, il progresso migliora la vita ed eleva il benessere. Progredire è sempre positivo, ma spesso il difficile sta nel fare i conti con gli elementi inquinanti del cammino evolutivo. Forse è stata proprio la velocità di transizione da uno stato economico all’altro che non ci ha lasciato il tempo di capire dove tecnologia, benessere, innovazione e modernità ci avrebbero portato. Molto probabilmente i passi avanti fatti in quest’ultimo secolo e mezzo in tutti i settori della vita, con l’introduzione di nuovi comfort, invenzioni e scoperte è stato talmente rapido e sequenziale che ci siamo abbandonati ai nuovi agi della vita senza preoccuparci troppo delle conseguenze per l’ambiente.

Il ruolo dell’Italia nella lotta all’ecosostenibilità

L’Italia vive le medesime problematiche di tutti gli altri Paesi industrializzati del mondo Occidentale. Ci sono però degli aspetti che dovrebbero essere maggiormente approfonditi per giungere a delle soluzioni certe sul tema dell’inquinamento e della preservazione dell’ambiente.

A differenza di altri stati Europei, l’Italia non esercita una politica sufficientemente autoritaria e persuasiva in fatto di rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. Ci sono molti interventi e migliorie da apportare sebbene negli ultimi anni si siano fatti passi da gigante.
Il nostro paese necessita di una ferrea politica di controllo del territorio e di tutte le attività ad esso correlate. Il primo passo? Monitorare l’ambiente con organi appositamente preposti a tale scopo che, oltre a sanzionare le violazioni con i dovuti mezzi, conducano una politica costante di informazione e coinvolgimento nei confronti dei cittadini.

Stati Europei come l’Olanda, la Svizzera e l’Austria hanno fatto del loro territorio un vero e proprio biglietto da visita incentrando l’economia su una politica completamente green che inevitabilmente coinvolge anche lo stile di vita dei suoi abitanti.
A differenza di tali paesi, l’Italia rimane molto indietro nella classifica mondiale e parte di questa sconfitta dipende anche dalla conformazione geografica, geologica e politica del nostro Stato. La varietà ambientale e multiculturale, con differenze molto marcate in termini di ideologie, territorio e stili di vita, influiscono sulla politica di informazione condotta dal Governo e imposta dall’Europa.
Talvolta i fragili equilibri sono rotti proprio da incomprensioni e malumori derivanti da contenziosi tra le stesse autonomie locali. Bisogna quindi tenere conto della notevole incidenza che il contesto storico italiano esercita sull’ambito dell’ecosostenibilità.
In più, nel corso degli anni l’Italia è stata colpita da molti fenomeni e avvenimenti che in un certo senso l’hanno condannata e destabilizzata, ritardando ulteriormente il proprio sviluppo dal punto di vista dell’ecocompatibilità.

Se poi si considerano il momento di crisi economica attuale, la preoccupante situazione politica in essere, la demografia e il generale stato di malessere dei suoi cittadino, di certo il discorso dell’ecosostenibilità e della preservazione dell’ambiente viene duramente messo alla prova.
C’è da dire, però, che negli ultimi tempi il tema ha suscitato parecchio interesse anche perché ci si è resi conto che l’Italia possiede tutte le carte in regola e le risorse necessarie per attuare energicamente una efficiente politica di Economia Sostenibile.

La direzione dell’Italia

Molto si è già fatto ed altrettanto è previsto nel settore dell’energia rinnovabile, con grandi ed innovativi progetti a base di vere e proprie autenticità italiane. Ciò è stato possibile anche grazie alle risorse presenti sul territorio, quali energia solare, eolica, idrica e geotermica, non ovunque reperibili.

Si sta procedendo nel verso giusto con lo smaltimento dei rifiuti, la raccolta differenziata e le tecnologie di riciclo, con un occhio di riguardo all’impiego dei rifiuti solidi nel settore delle fonti rinnovabili.

Anche l’architettura, con il ritorno ai materiali biologici ed ecosostenibili, sta contribuendo a notevoli innovazioni in tema di rispetto dell’ambiente.

Infine, anche il settore agro-alimentare sta riscoprendo la genuinità dei prodotti naturali e biologici. A cercarla per primo è proprio il consumatore, sempre più interessato alla qualità e alla salubrità.
Stiamo dunque vivendo un periodo in cui si è più inclini ad alimentazioni sane e ricche di materie prime coltivate naturalmente, persino con un ritorno all’agricoltura fai da te.

Obiettivi per il 2020

In seguito al termine del protocollo di Kyoto nel 2012, l’Unione Europea ha realizzato un piano contenuto nella Direttiva 2009/29/CE ed entrato in vigore nel giugno 2009 con validità a partire da gennaio 2013 fino al 2020. La finalità è contrastare i cambiamenti climatici e promuovere l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili tramite obiettivi comuni ai Paesi membri dell’Unione.
Il piano prevede entro il 2020:

  • la riduzione delle emissioni di gas serra del 20%
  • l’innalzamento al 20% della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili
  • il raggiungimento almeno al 20 % del risparmio energetico

Quando si parla di consumi finali di energia sono intese tutte le sue forme, sia in campo civile che industriale, dunque elettricità in primis, consumi per il condizionamento (riscaldamento e rinfrescamento) e nell’ambito dei trasporti.
Valutando la sua popolazione ed il suo Pil, all’Italia è stato assegnato l’obbiettivo 17%, quota ulteriormente ripartita secondo criteri specifici tra le singole Regioni (suddivisione chiamata “burden sharing).

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