News

riciclo-plastica-bioedilizia

Bioedilizia: impiego della plastica nella bioarchitettura

Indice dei Contenuti

L’utilizzo parsimonioso delle risorse è la ragione centrale alla base dell’atteggiamento di costruzione eco-sostenibile noto come bioarchitettura. Dietro l’architettura biologica vi sono diversi principi basilari, quali:

  • Progettazione di edifici a basso consumo energetico;
  • Riduzione delle emissioni dannose nei processi di fabbricazione dei materiali
  • Impiego delle risorse naturali.

Ma c’è anche un quarto principio che motiva giovani architetti, Start-Up ed enti governativi attivi nelle zone più difficili e povere del pianeta: utilizzare materiali e tecniche ecocompatibili, preferibilmente appartenenti alla cultura materiale locale. In paesi poveri come quelli del Sud Africa e dell’America Latina, fare riferimento ad un “utilizzo parsimonioso delle risorse” può significare anche riconsiderare il concetto stesso di risorsa, includendo sotto questa categoria anche materiali che notoriamente rappresentano un ostacolo, piuttosto che la soluzione, al problema ecologico. È il caso della plastica, che in questi paesi – in accordo col quarto principio fondante della bioarchitettura – figura come materiale strettamente legato alla cultura locale. Prendiamo ad esempio il Messico: col suo consumo annuale di oltre 5 milioni di tonnellate è il dodicesimo maggior consumatore di materie plastiche in tutto il mondo.

In questo articolo abbiamo raccolto alcune proposte di bioarchitettura che rappresentano la risposta ad un enorme presenza di materiale plastico, in varie zone del pianeta. Ci accorgeremo come in alcuni paesi, poco fortunati in termini di condizione di vita, il problema del riciclo delle grosse quantità di plastica di cui dispongono è divenuto la soluzione ad importanti criticità di indigenza.

EcoDomum: pannelli da costruzione in plastica

Partiamo proprio dal Messico. In questo Paese oltre 11 milioni di persone si trovano in una situazione di grave indigenza, vivendo con poco più di un dollaro al giorno. È a queste persone che pensava Carlos Daniel González, giovane architetto messicano, quando nel 2013 ha fondato EcoDomum. Questa Start Up produce pannelli di costruzione composti interamente di plastica riciclata.

EcoDomum controlla tutto il processo che va dalla raccolta della plastica alla consegna finale dell'abitato: una volta raccolta la plastica, questa viene selezionata a seconda delle tipologie che non emettono fumi nocivi durante il processo di fusione. I materiali vengono quindi fusi a 350° fino ad ottenere un composto liquido, che viene poi fatto passare attraverso una pressa idraulica allo scopo di comprimerlo e cristallizzarlo, dando la forma finale al pannello.

EcoDomum procede poi all'assemblaggio dei pannelli: in soli sette giorni, questo prefabbricato, completo di infissi, viene così realizzato e venduto a basso costo ai governi locali, che poi li distribuiscono alle organizzazioni che gestiscono il problema degli alloggi sociali in Messico: così è accaduto nella città di Huauchinango, che nel 2015 ha provveduto con 500 camere EcoDomum ai suoi cittadini più poveri.

Case costruite con bottiglie di plastica PEC in Nigeria

Le condizioni di vita in Nigeria non sono sicuramente migliori di quelle del Messico e anche in questa regione dell'Africa Occidentale c'è un grosso problema di inquinamento, rappresentato dai milioni di bottiglie vuote che ne inondano le strade. La soluzione questa volta è stata proposta da un'associazione, la DARE (Developmental Association For Renewable Energies). Il progetto di quest'associazione prevede la costruzione di case low cost con solo questi materiali di costruzione: bottiglie di plastica PEC, sabbia e corde.

Le bottiglie PEC vengono riempite di sabbia, allo scopo di evitarne la deformazione, ma soprattutto di assicurarne l'isolamento termico. Le bottiglie vengono poi disposte con i fondi che danno sul lato esterno dell'edificio, impilate in strati e legate con delle corde. Una mistura di fango e calcestruzzo viene poi innestata nei giunti, per stabilizzare la struttura.

Per un edificio di 50 metri quadri sono necessarie 14.000 bottiglie, mentre i costi di costruzione si riducono del 40-60% circa rispetto agli edifici tradizionali. Il comune di Suleja (piccolo villaggio nigeriano vicino alla capitale Abuja) ha finanziato la costruzione di un intero polo didattico, composto interamente da questo tipo di fabbricati.

Ecotecho: un tetto verde con bottiglie riciclate

Vorremmo concludere quest'articolo presentando un progetto caratterizzato dalla semplicità di costruzione, che quindi potrebbe benissimo essere accolto anche in Italia. Ecotecho, che in italiano potremmo chiamare eco-tetto, è l'oggetto della tesi di laurea di una giovane studentessa di Atos de Cazucà, cittadina colombiana dove l'accesso all'acqua potabile è molto limitato. Si tratta infatti dell'ennesimo progetto nato in un paese in via da sviluppo e pensato per risolvere un problema serio. Carolina Fornero ha proposto Ecotech come un tetto verde realizzabile mediante l'uso di bottiglie di plastica.

Sopra le tegole del tetto vengono allineate delle bottiglie di plastica vuote sono tagliate in senso trasversale, in modo da creare un buco nella bottiglia e renderla simile ad un vaso. All'interno viene messo del terriccio, da seminare con qualsiasi pianta si desideri.

Tra le bottiglie è incanalato un tubo per l'irrigazione e al termine della serie viene disposto un secchio: in questo modo, l'acqua piovana è raccolta nel secchio e viene così conservata per l'irrigazione successiva delle piantine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo i cookie per migliorare la tua esperienza sul nostro sito web. Navigando su questo sito web, accetti il nostro utilizzo dei cookie.
Comincia a scrivere per visualizzare gli articoli che stai cercando.
Skip to content