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Riciclo e recupero sostenibile dei rifiuti grazie alla tecnologia

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A fare la differenza nel mondo del riciclo e del recupero sostenibile dei rifiuti sono proprio le soluzioni tecnologiche che affiancano i processi alla base di tale industria.
Gli studi finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie si intensificano: ad attirare l’attenzione non sono solo i profitti del settore, ma anche le sue potenzialità. Il fattore economico è particolarmente allettante ma dietro questo interesse c’è anche l’occupazione: l’industria legata ai rifiuti crea un numero di posti di lavoromaggiore di ben 10 volte quello relativo all’industria dello smaltimento e dell’incenerimento.

Più lavoro, più rispetto per l’ambiente: il campo della sostenibilità vanta un fatturato in crescita che ha motivato l’intera Europa a puntarvi su. Materiali ed energia ottenibili dai rifiuti consentono di risparmiare e di conseguenza anche di guadagnare.
Non solo cartametalliplasticaalluminio e legno: le filiere in evoluzione sono diverse, dai rifiuti elettronici (apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE) a inerti, pannelli fotovoltaici, frazione organica ecc.

Questo spiega le molteplici direttive partite proprio dall’Unione Europea, provvedimenti e normative che impongono agli Stati membri più di una semplice attenzione maggiore relativa alla gestione integrata dei rifiuti.
Basti pensare alla Direttiva Quadro sui Rifiuti 2008/98/EC, la quale ha obbligato tutti gli Stati membri  a raggiungere almeno il 50% di recupero rifiuti tramite raccolta differenziata e ne ha stabilito la gestione. In breve:

  • Riciclo
  • Riduzione
  • Recupero
  • Riuso

Riciclo meccanico vs feedstock recycling

Quando si parla di plastica, le soluzioni tecnologiche per riciclarla sono molteplici.
Distinguiamo due processi differenti, per via:

  • meccanica: selezione in base al polimero, lavaggio e asciugamento tramite centrifugazione, trituramento e formatura per estrusione o stampaggio
  • chimica o termica:  mediante l’azione di un solvente (solvolisi) o del calore (pirolisi)

Dalle materie plastiche è inoltre possibile ottenere un recupero di energia a seconda del rapporto tra comburente e combustibile, mediante pirolisi (degradazione termica), gassificazione o combustione diretta (incenerimento).
Ciò è possibile in quanto la plastica, derivando dal petrolio, consta di un potere calorifico che può essere fino a quattro volte superiore quello di un rifiuto urbano indifferenziato.

Compostaggio per riciclo frazione organica

Per quanto concerne i residui organici, la tecnologia più rilevante è costituita dalla produzione di compost impiegato nel settore dell’agricoltura e della florovivaistica. Si tratta di processo biologico aerobico, accelerato, controllato, basato sull’azione di funghi e batteri ed effettuato presso impianti a ciclo continuo e sistemi batch.

Studi recenti hanno inoltre dimostrato come il compostaggio contribuisca all’abbattimento delle emissioni se applicato ai suoli agricoli. Dalle analisi è infatti emerso che l’aggiunta di materiale organico nei terreni ha incrementato l’assorbimento del metano presente nel terreno, la presenza di sostanze nutritive e nuovi metanotrofi.

Il compostaggio degli scarti organici dei propri rifiuti urbani consiste invece nell’auto compostaggio, una pratica convalidata dalla Direttiva 2008/98/CE e supportata a livello comunale dall’Albo Comunale Compostatori.
Il compostaggio domestico consente di ridurre la quantità di rifiuti riponendoli all’interno di una buca, un silo o una compostiera.
Questa soluzione viene attuata non solo da privati, ma anche da aziende che producono un gran numero di scarti organici come strutture ricettive e attività ristorative.

Quando non occorre un grande impianto ma quello domestico non basta, è possibile effettuare l’auto compostaggio di comunità, soluzione pensata per le frazioni organiche prodotte da grandi strutture (es. hotel, mense, comunità, condomini).  Tale pratica richiede l’uso di apposite macchine per il trattamento dei rifiuti organici ma non è ancora particolarmente diffusa nel nostro paese.

Idrometallurgia per il riciclo di metalli

Grazie all’idrometallurgia è possibile recuperare i metalli presenti all’interno degli scarti industriali mediante apposite tecniche chimiche e chimico-fisiche applicate in fase liquida.
Distinguiamo due fasi diverse:

  • Dissoluzione del solido – leaching (liscivazione)
    Trasformazione del solito in liquido: la soluzione dissolve i componenti rendendoli stabili.
  • Separazione e purificazione del metallo
    Trattamento della soluzione ottenuta dal processo di lisciviazione finalizzata ad eliminare le impurezze e purifica gli ioni metallici.

Recupero e purificazione possono richiedere operazioni specifiche a seconda del caso; fra queste ritroviamo l’estrazione con solvente, lo scambio ionico, la precipitazione/cristallizzazione e l’elettrodeposizione.

L’idrometallurgia consente non solo di recuperare i metalli, ma anche di valorizzare dei rifiuti che in discarica risulterebbero pericolosi. Tale processo riduce quindi, al tempo stesso, la quantità di materiali che altrimenti andrebbero cestinati senza produrre alcun valore aggiunto.

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