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PET-art: l’arte sostenibile di Veronika Richterova

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In tempi di crisi economica e di inquinamento ambientale, l'arte di riutilizzare materiale di scarto è diventata oltre che una tendenza artistica anche una necessità. Negli ultimi anni il riciclo creativo si è diffuso enormemente in tutto il mondo.
Artisti e semplici cittadini hanno messo in mostra una creatività sfrenata utilizzando tutto quello che normalmente è destinato a diventare immondizia. Sono nate tendenze artistiche e opere d'ingegno, oggetti d'arte e utensili per la vita di tutti i giorni.

Tra gli artisti più interessanti c'è sicuramente Veronika Richterova, la creatrice della Pet-art.

Cos'è la PET-art

Veronika Richterova è un'artista che utilizza bottiglie di plastica PET riciclate per forgiare sculture e oggetti. Fin qui potrebbe apparire una notizia come le altre, ma la verità è che il talento della scultrice nata nella Repubblica Ceca è straordinario. Alligatori, pipistrelli, meduse, pinguini, aragoste, rane, scimmie, fiori ma anche lampade e lampadari sono solo alcuni dei soggetti e degli oggetti creati dalla Richterova. Tra le sue mani le bottiglie di plastica rinascono in forme splendide, vive, luminose. Il suo talento ha dato vita a uno stile nuovo, ribattezzato PET-art.

Perché creare con la plastica PET?

La tecnica utilizzata da Veronika Richterova consiste nel lavorare le bottiglie in PET, deformandole e manipolandole dopo averle esposte ad una fonte di calore. Tutto è cominciato nel 2004, quando l'artista ceca ha intuito che le bottiglie gettate via potevano diventare materia plasmabile.
Nella sola Repubblica Ceca ogni anno vengono usate circa 60 mila tonnellate di plastica PET. Solo una parte di questo materiale viene riciclata.

La plastica PET si caratterizza per una qualità particolare della luce che la rende simile al vetro. Non solo, questo tipo di materiale è anche particolarmente malleabile oltre che vario nella forma e nei colori.
Perché le industrie producono bottiglie di plastica colorate? Sicuramente per proteggere dalla luce alcuni tipi di bevande, ma è anche una strategia di marketing. Le bottiglie colorate infatti piacciono di più e i prodotti si vendono meglio.

Eppure la Richterova non ha usufruito solo della grande varietà dei colori delle bottiglie che è possibile reperire in ogni angolo delle nostre città. Nei negozi cechi, per esempio, si possono contare almeno trecento forme diverse di bottiglie in PET.

Che cosa significa PET?

È una sigla che si trova su moltissime delle bottiglie di plastica in commercio; è l'abbreviazione di polietilentereftalato, un poliestere molto usato dalle industrie che producono contenitori di plastica, perché è resistente, leggero ed economico.

Il problema è che i contenitori alimentari prodotti in PET sono certamente più igienici ma anche meno degradabili. L'unico modo per evitare una loro dispersione nell'ambiente è il riciclo.

Una tecnica particolare per arrivare alla creazione

Dall'idea di riciclare tutta la plastica abbandonata è nata la PET-art della Richterova, che negli anni, esercitandosi su migliaia di oggetti in plastica, ha affinato una tecnica personale di trasformazione tecnologica. Il suo metodo si articola in tre fasi:

  • taglio della plastica
  • riscaldamento e manipolazione della materia prima
  • assemblaggio delle parti ottenute

L'arte della Richterova non ha solo un fine estetico ma rientra in una filosofia del riciclo che ha come obiettivo il rispetto dell'ambiente e il risparmio energetico. Dalle sue mani nascono anche oggetti utilizzabili nella vita di tutti i giorni. Le lampade e i lampadari creati dall'artista sono assolutamente simili agli stessi modelli fatti in vetro; è chiaro che supportano esclusivamente lampadine con un basso consumo energetico.

La Richterova è riuscita a raccogliere negli anni circa tremila oggetti in plastica provenienti da ottanta paesi del mondo. Questo le ha permesso di conservare uno straordinario tesoro di materiali dai colori e dalle forme differenti. Grazie a questa ricchezza ha potuto comporre una grande varietà di soggetti.
Ne è nata una collezione permanente ma l'attività della Richterova non si limita alla creazione artistica e all'assemblaggio.

Un archivio sterminato sulla PET-art

In collaborazione con il marito graphic designer Michal Cihlář, la Richterova ha registrato e archiviato qualunque informazione o attività conosciuta riguardante le bottiglie di plastica PET. La fase creativa è solo parte di un processo che passa anche per la fotografia degli oggetti in plastica.

La Richterova e Michal Cihlář sono infatti anche fotografi di tutta la PET-art di cui vengono a conoscenza.

In questo modo hanno creato un archivio che consente loro di documentare l'arte del riciclo, registrando le tendenze, i metodi e le innovazioni adottate anche da persone sconosciute in ogni parte del mondo.

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